Perché questa tecnologia è destinata a essere un alleato prezioso per la ripartenza del turismo? Ve lo spieghiamo attraverso il caso di VisitPiemonte che ha da poco lanciato un progetto in collaborazione con l’Università di Torino
Secondo una previsione del World Economic Forum, entro il 2025 oltre il 10% del Pil del mondo sarà generato da tecnologie che si basano sui principi innovativi della blockchain. Inoltre, secondo uno studio condotto da MarketWatch, già entro il 2022 ci sarà una crescita annua di questa tecnologia del 51% in diversi mercati.
Che cos’è la blockchain? In parole semplificate: un database dove un sistema di blocchi di informazioni collegati tra loro garantisce che i dati archiviati siano sicuri, tracciabili, immodificabili e trasparenti.
La nostra parola chiave: blockchain
Uno strumento per il turismo
Le potenzialità della blockchain sono destinate a impattare positivamente anche nel settore del turismo. Un ambito, questo, che – prendendo sempre più consapevolezza delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale – si sta muovendo anche verso modalità di marketing sempre più raffinate.
In particolare la blockchain è già in sperimentazione in diverse applicazioni, con l’obiettivo di una sempre più marcata disintermediazione: nella tracciabilità e sicurezza dei pagamenti online, nel coordinamento e gestione di hotel, bagagli e mezzi di trasporto, nella prenotazione dei viaggi e nella fidelizzazione del cliente (Se vuoi approfondire il tema del marketing turistico ti rimandiamo anche al nostro articolo sulle 5 nuove leve di marketing nel turismo dopo la Pandemia).
La nostra intervista a VisitPiemonte
VisitPiemonte, il portale di promozione turistica di questa Regione italiana, ha appena attivato, primo in Italia, un progetto di blockchain al servizio dei turisti in visita sul territorio.
«L’implementazione di questa tecnologia – sviluppata dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino – consentirà agli utenti e potenziali visitatori di ottenere offerte e benefit dagli operatori turistici del territorio con una semplice registrazione» spiega Luisa Piazza, direttore di VisitPiemonte.
Tipicamente associata al concetto di criptomoneta per transazioni economiche, la blockchain nel progetto di VisitPiemonte viene invece associata allo scambio di sconti e coupon: quindi non un’azione propriamente commerciale – non consentita agli enti istituzionali – ma un mezzo per mettere in contatto direttamente domanda e offerta.
Un data base da cui partire
Questo processo darà inoltre modo a VisitPiemonte di costituire un database di utenza profilata che rappresenterà la base per successive analisi, sviluppi progettuali e articolazione di proposte turistiche personalizzate.
In questo contesto, il progetto blockchain sperimentale di VisitPiemonte fa parte di una visione che non solo consentirà di conoscere meglio i potenziali visitatori, ma che accorcerà decisamente la distanza tra domanda e offerta turistica in Piemonte.
Vittoria Poggio, Assessore al Turismo, Cultura e Commercio della Regione Piemonte
Come impatterà la blockchain sul territorio piemontese?
«Il progetto turistico realizzato da VisitPiemonte per la Regione permetterà di rispondere alle richieste dei visitatori, che potranno personalizzare il proprio viaggio in Piemonte grazie alla possibilità di scelta tra prodotti turistici diversificati. In questa operazione rientra anche l’ampia offerta proposta dalle Enoteche regionali, dalle Strade del vino e del cibo, dai Consorzi di tutela – ha spiegato l’Assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa.
«Luoghi di interesse architettonico, storico-culturale e di valore paesaggistico sono il punto di riferimento del food & wine sul nostro territorio, espressione delle produzioni agroalimentari di qualità. Da qui emerge l’importanza della digitalizzazione delle informazioni finalizzata alla promozione delle nostre eccellenze, per condurre il turista alla conoscenza dei nostri cibi e vini attraverso i vari ambiti della filiera, partendo da dove ha origine il prodotto, dalle aziende agricole e dalle cantine».
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