Comunicare un’impresa, il volto del suo management e dei suoi fondatori, le attività e i servizi, la forza e le skills del suo team, è oggi una delle sfide più interessanti per chi fa storytelling. Ecco due consigli di base
La capacità di trasformare in un racconto numeri e date, obiettivi e servizi, sfide e risultati, attraverso una logica emozionale e uno schema preciso di rappresentazione, è sicuramente la discriminante per una comunicazione di successo.
Ma per rendere unica la storia di un’azienda è indispensabile la capacità di distinguere fra ipocontenuti e ipercontenuti. Si tratta della base di partenza.
1. Che cosa sono gli Ipocontenuti? Sono i cosiddetti contenuti poveri, che non aggiungono valore, che non emozionano e che finiscono dispersi nell’oceano di dichiarazioni simili e poco incisive che oggi popolano il mondo dei media. Un esempio? Tutte quelle espressioni vuote e stereotipate che spesso compaiono in molti comunicati stampa: “Azienda leader”, “Professionista eccellente”, “Siamo i migliori”.
2. Che cosa sono invece gli Ipercontenuti (e perché funzionano)? Sono quelle storie che riescono a coinvolgere l’auditorio, che aggiungono un sapere, un punto di vista unico, un’informazione di valore e che per questo rimangono impresse e stimolano una risposta da parte del target/auditorio.
La nostra case history
Proprio in questi mesi il nostro team italiano di PR-B , coordinato da Silvia Fissore, è impegnato in un nuovo progetto di mediarelations e social media marketing per Claudio Vignoli Group, realtà italiana, di Jesi (AN), specializzata nel settore dell’Olio d’Oliva e fondata da un mastro oleario che da quasi 25 anni viaggia nei principali Paesi produttori d’Olio fornendo un servizio di consulenza tecnica e commerciale.
In questo caso il percorso di storytelling punta a evidenziare la componente made in Italy, la trasparenza dei servizi e soprattutto le capacità di un imprenditore che grazie alla sua conoscenza del mercato può offrire il proprio punto di vista su determinate tematiche e criticità: dalla brexit al rapporto tormentato tra GDO e produttori d’olio; dalla crisi olearia italiana alla scoperta dei nuovi mercati; dalla cultura dell’olio d’oliva alle nuove abitudini di consumo; dai cambiamenti climatici all’agricoltura sostenibile.
Gli story angles
Lavoreremo per posizionare il nostro cliente sui social e sui media tradizionali e online come referente autorevole nel settore food e agroalimentare, cercando spazi sia nella discussione economica e tecnica sia in quella più squisitamente “gourmet” e lifestyle.
E per fare questo creeremo per lui differenti story angles in modo da segmentare il messaggio a seconda del media target: nazionale, locale, generalista o specializzato (a proposito scopri qui perché non trascurare la stampa locale).
Costruiremo la “sua” storia e quella della sua azienda. Trasformeremo non solo dati, regole di marketing e obiettivi di business, ma anche aneddoti, esperienze di vita professionale e personale, in un racconto d’azienda. Lo faremo con i testi, le immagini, i video.
PS: se volete saperne di più sullo storytelling e le sue regole, vi consigliamo di approfondire con la lettura di alcuni saggi di Andrea Fontana, uno dei più importanti esperti. Mentre qui trovate tre nostri consigli di lettura per capire l’importanza di comunicare.
Qui invece trovate le 5 regole d’oro scrivere un buon comunicato stampa.
Se invece vi interessa, ecco alcuni consigli per una comunicazione aziendale di successo.