SONO 4 I TREND DELLA COMUNICAZIONE DA TENERE ASSOLUTAMENTE D’OCCHIO NEL “NEW NORMAL” IMPOSTO DALLA POST PANDEMIA: SOSTENIBILITA’, DIGITALIZZAZIONE, STORYTELLING ED EMPATIA. MENTRE CONTINUA LA CORSA AI VACCINI E L’EUROPA SI DESTREGGIA TRA PRUDENTI RIAPERTURE, HO PROVATO A RACCONTARVELI
Siete convinti che un vino o un “risotto” possano essere apprezzati solo con gusto e olfatto? Volete promuovervi come impresa sostenibile, ma non avete il budget di una multinazionale? Avete un prodotto eccezionale, ma non sapete come raccontarlo? Vorreste avventurarvi nel mondo dei social ma non avete la più pallida idea di dove iniziare?
Niente panico!
In questa chiacchierata virtuale vi parlerò di vini che possono essere degustati con un podcast, di App per riciclare il cibo, di confezioni di pasta che “contano i minuti di cottura” e di chef che si improvvisano “attori per un giorno”.
Insomma, scopriremo, insieme, quali sono i nuovi trend della comunicazione e del digital marketing nel mondo food. E vi darò qualche idea e qualche spunto di riflessione che, spero, vi aiuteranno ad orientarvi.
Premessa fondamentale: la comunicazione non può e non deve fermarsi
L’emergenza pandemica ci ha mostrato che di fronte a una crisi di portata mondiale la comunicazione non può permettersi alcun blackout. Fermare la comunicazione significa smettere di esistere.
Durante la bufera Covid19 continuare a raccontare efficacemente i propri valori di brand e servizi è stato il vero discrimine tra chi è andato avanti e chi ha dovuto abbassare le serrande per sempre.
Chi non ha mai interrotto il dialogo con i propri clienti è riuscito perfino a intercettarne di nuovi o a scoprire nicchie di business ancora inesplorate e che si sono rivelate un vero “salvagente”.
E-commerce, e-mail e whatsApp marketing, vetrine digitali, multicanalità dei messaggi sono oggi le nuove risorse “immateriali” ma sostanziali per chi vuole veder crescere la propria impresa e il proprio business anche di fronte all’imprevisto. Per chi non vuole mai smettere di parlare al suo pubblico, anche a serrande abbassate, anche con il distanziamento sociale.
Vediamo allora come indirizzare i vostri investimenti impostando una corretta strategia di comunicazione multimediale.
Facciamo prima un piccolo passo indietro, per capire meglio quello che andrò a raccontarvi.
Sapete che cos’è il Fattore C?
Il mercato è definito da target molteplici ma tutti accomunati da un fattore: il fattore C, la “Connessione”.
Siamo la generazione C, dei sempre Connessi, come spiega bene Andrea Fontana, il maggiore esperto italiano di Corporate storytelling. Tutti, ogni giorno, ci troviamo a dialogare attraverso molteplici chat (facebook, whatsApp, mail, blog, etc) raccontando quello che facciamo, chi siamo, cosa vogliamo.
Le aziende devono solo imparare ad ascoltare questi messaggi, dei loro potenziali clienti, e a dialogare usando nel modo più efficace gli strumenti che la multicanalità mette a disposizione (forse vi interessano anche i consigli per una comunicazione aziendale di successo) .
Ricapitolando:
Vi ho detto che il mercato non dà certezze, ma smettere di raccontarsi significherebbe scomparire. Bisogna quindi personalizzare il messaggio e approfondire lo storytelling. Bisogna investire sulla digitalizzazione e rimanere in contatto con le proprie community attraverso social e customer care. Il consumatore, anche se o quando confinato nelle mura di casa, ha bisogno di risposte immediate e chiare e la relazione diretta, resa possibile dai social e dai media digitali, è essenziale.
Fatte queste premesse, vediamo allora quali saranno le keywords delle strategie di comunicazione 2021 (a proposito qui trovate invece le 5 leve per la comunicazione turistica post covid).
Ho provato a circoscriverne 4:
1 Sostenibilità.
L’emergenza ha dato modo alle persone di riflettere non solo sulla dimensione sensoriale e piacevole del cibo ma anche su quella etica. L’impegno verso la sostenibilità e la salvaguardia del pianeta rappresentano, sempre di più, dei driver d’acquisto.
State tranquilli, non occorre un budget da multinazionale per dare vita a progetti di sostenibilità. Un packaging riciclabilee plastic free per i vostri prodotti, l’attenzione a fornitori a km0, l’adesione a iniziative antispreco sono le linee da cui iniziare e che vi premieranno.
Basti pensare al successo di APP come la danese TOO GOOD TO GO, nata per recuperare i prodotti alimentari che restano invenduti a fine giornata e che finivano gettati.
TOO GOOD TO GO consente ai consumatori di acquistare a un prezzo vantaggioso una “magic box”, ossia una cassetta di prodotti freschi o piatti pronti da ritirare nei negozi, bar e ristoranti che aderiscono all’iniziativa.
2 Storytelling
Se pensate che fare storytelling sia semplicemente elencare prodotti e servizi siete sulla strada sbagliata.
Sappiamo benissimo che avete dei contenuti, che siete bravi e che il vostro prodotto è un’eccellenza, ma dovete trasformare tutto ciò in un racconto capace di coinvolgere il vostro target. Grazie al mondo digitale ci sono infinite modalità di narrazione!
Un piatto, un vino, un prodotto tipico possono essere raccontati sostituendo gusto e olfatto con esperienze ed emozioni che scaturiscono dalle parole, dalla musica, dalle immagini.
Nel 2020 i podcast, cioè gli audio programmi su web, dedicati all’enogastronomia e alla scoperta di etichette di vino hanno spopolato; le degustazioni virtuali sono diventati il “the new normal”; lo streaming gastronomico ha accompagnato le nostre giornate e ha dato vita a una nuova forma di intrattenimento. (Se vi interessa approfondire le potenzialità dei podcast vi rimandiamo all’articolo Come l’audio content marketing influenzerà le strategie di comunicazione).
Facciamo tesoro di tutto ciò e prendiamo spunto.
3 Digitalizzazione
Non mi stancherò mai di ripeterlo. È fondamentale investire ancora di più sulla digitalizzazione della vostra attività. E-commerce, certo, ma anche una presenza più strategica sul web, che vi permetta di essere riconosciuti, di posizionarvi come referenti autorevoli e di non essere percepiti solo come una marca. Insomma di fare storytelling (vedere sopra! Mentre qui trovate dati recenti sul peso economico dell’ecommerce nel 2020).
Però attenzione! Non basta aprire un profilo IG o Fb per dire di essere “digitali”. Non basta postare foto qua e là per dare vita a una narrazione. I social sono strumenti perfetti per declinare il vostro racconto attraverso i vari canali e per raggiungere i differenti target da essi rappresentati. Ma occorre una pianificazione che aiuti a fare community.
Un esempio? Il caso del food delivery
Avete visto che cosa hanno fatto, fin dall’inizio della pandemia, moltissimi ristoratori e chef?
Potendo disporre solo della modalità delivery per intercettare i loro clienti, si sono lanciati nella produzione di video tutorial con cui accompagnare l’esperienza della degustazione domestica, aggiungendo consigli e curiosità sul loro menu. Un modo per continuare il dialogo che solitamente avevano al tavolo del ristorante con i loro clienti. (Qui trovate la mappa stilata da Gambero Rosso sul food delivery in Italia).
Bene, così facendo hanno dato vita, più o meno inconsapevolmente, a uno storytelling che non solo ha mantenuto vivo il contatto, ma ha anche permesso di fidelizzare i clienti e di trovarne di nuovi.
E, sorprendentemente, è cambiato il modo stesso di fare food delivery: questa modalità di consumo, fino al 2019 percepita come un servizio di cui usufruire last minute quando il frigorifero era vuoto, sta diventando una vera e propria “food experience”.
4 Empatia
È la nuova chiave di accesso al mercato. Immedesimarsi con il cliente, ascoltarlo, supportarlo, essergli accanto anche se distanti. Può fare la differenza e aiuta a far crescere e a far evolvere il vostro brand in linea con le aspettative del vostro target.
Ecco due esempi, dal mondo della pasta.
Garofalo, che a novembre 2020 ha lanciato una limited edition “13 minuti”, dove il tempo di cottura dà il nome alla linea stessa. Un’idea nata dai commenti di alcuni consumatori che avevano segnalato, sulle pagine social di Garofalo, la difficoltà a trovare il tempo di cottura sulla confezione.
Barilla, che con Spotify ha creato 8 playlist che mixano generi diversi e aiutano a tenere d’occhio i tempi di cottura, ingannando anche l’attesa.
Queste sono per me le linee guida più interessanti e da cui partire per costruire l’ossatura della propria strategia di comunicazione.
Ne avete individuate altre? Vi ho incuriositi? Se avete voglia di approfondire il discorso, sono qui! Scrivete a silvia@pr-boutique.eu
PS: qui trovate tre miei consigli di lettura, per capire meglio il ruolo della comunicazione in una strategia di crescita